Il Corso prevede la conoscenza delle principali modificazioni funzionali nelle diverse età; la programmazione dell'attività motorie nelle diverse età; come preservare e sviluppare l' efficienza fisica nell'invecchiamento fisiologico o patologico.
Teoria Tecnica Didattica Età Evolutiva
di Vincenzo Sorgente
Il Corso prevede la conoscenza delle principali modificazioni funzionali nelle
diverse età; la programmazione dell'attività motorie nelle diverse età; come
preservare e sviluppare l' efficienza fisica nell'invecchiamento fisiologico o
patologico.
Università: Università degli Studi di Firenze
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso: Scienze e Tecniche dello Sport e delle Attività
Motorie Preventive e Adattate
Esame: Teoria Tecnica Didattica Età Evolutiva
Docente: Aldo Carlo Cappellini1. Programmazione didattica dell'attività motoria per le classi
prime elementari
Questa proposta di programmazione è da tenersi attuabile nel corso dell’intero anno scolastico, dunque dal
mese di settembre al mese di giugno, comprese le pause didattiche.
Le lezioni si tengono con cadenza settimanale, ciascuna della durata di quarantacinque/sessanta minuti circa.
Come da titolo, i soggetti interessati sono bambini della scuola primaria, in particolare delle classi prime.
Riveste assoluta importanza la formazione accademico-professionale della figura che andrà ad attuare questa
proposta nel pratico: la figura migliore, per curriculum formativo, è quella del laureato in Scienze Motorie,
preferibilmente specializzato in Attività Motoria Preventiva e Adattata.
L’attivita motoria funge da strumento per far esplorare al bambino tutte le sue aree della personalita:
organica, cognitiva, sociale, affettiva – emozionale.
Attraverso l’attività ludica strutturata con criterio pedagogico-scientifico, i soggetti possono sviluppare i
prerequisiti strutturali (dispositivi scheletrici, articolari, neurologici, cardiocircolatori, respiratori) e
assimilare i prerequisiti funzionali (respirazione psicomotoria; equilibrio statico, dinamico e in volo;
dominanza laterale; spazio – tempo; coordinazione generale e segmentaria; controllo del tono; controllo
della postura).
Tutto il lavoro viene svolto proponendo giochi composti dagli schemi motori di base, che il Professor
Cappellini definisce come situazioni stimolo che permettono l’assimilazione dei prerequisiti funzionali e lo
sviluppo di quelli strutturali. Premettendo che non bisogna considerare questi pattern motori come
compartimenti stagni ma come dinamici e mutevoli in relazione al mondo esterno, essi sono molteplici:
camminare, correre, saltare, lanciare, afferrare, calciare, arrampicarsi, scendere, strisciare, rotolarsi sono
alcuni di questi, ma nulla vieta la “creazione” di nuovi.
Ultimo ma non per importanza è la necessità di inserire, nelle proposte motorie e didattiche, anche momenti
di attivita inclusive che coinvolgano anche e soprattutto alunni con disabilità psichiche e fisiche.
La finalità di questa proposta e stimolare i bambini a svolgere attivita fisica con piacere e regolarità, poiche
fondamentale per strutturare lo schema corporeo.
Vincenzo Sorgente Sezione Appunti
Teoria Tecnica Didattica Età Evolutiva 2. Lo schema corporeo
Lo schema corporeo, secondo la definizione di natura metodologico – didattica del Professor Cappellini, è
una sintesi interfunzionale tra i prerequisiti funzionali e strutturali e i prerequisiti funzionali tra loro; si può
anche definire come immagine corporea, cioè la senso-percezione del proprio io in rapporto al mondo
esterno, agli altri e alle cose.
Lo schema corporeo si struttura dagli 0 ai 12 anni, dopo di che si determina un processo di ristrutturazione
che va avanti per tutta la vita.
Secondo Jean Le Boulch (insegnante di educazione fisica, medico e psicopedagogista) i bambini della
classe prima elementare, si trovano in un momento fondamentale per quanto riguarda la strutturazione dello
schema corporeo.
Si tratta della tappa di discriminazione percettiva (3- 7 anni), tappa chiave in cui il soggetto comincia a
discernere ed a categorizzare tutti gli stimoli che gli arrivano dall’ambiente esterno, attribuendogli un
significato e generando reazioni. In generale, le quattro tappe sono:
• Tappa del corpo subìto (0 – 3 mesi);
• Tappa del corpo vissuto (3 mesi – 3 anni);
• Tappa della discriminazione percettiva (3 – 7 anni);
• Tappa del corpo rappresentato (7 – 12 anni).
Le discipline di tipo pratico come l’educazione motoria sono da integrare sistemicamente e sistematicamente
con quelle di tipo teorico, poiché l’espressione dell’uomo al mondo esterno si realizza tramite il movimento.
La psicomotricità studia, infatti, l’insieme dei comportamenti motori che esprimono determinati aspetti
della psiche.
Un corretto sviluppo significa aver acquisito consapevolezza del proprio corpo, essere in grado di
relazionarsi coi coetanei ed essere autonomi nell’ambiente circostante.
I prerequisiti strutturali comprendono tutti i dispositivi anatomici e fisiologici della persona che sono
coinvolti nel movimento.
I prerequisiti funzionali sono strutture psichiche che incidono sulla precisione del movimento e la
funzionalità del gesto.
Sono, inoltre, strumenti necessari per favorire nel soggetto alcuni processi di apprendimento intellettivo.
I prerequisiti strutturali si influenzano coi prerequisiti funzionali, che a sua volta, si influenzano tra di loro.
Vincenzo Sorgente Sezione Appunti
Teoria Tecnica Didattica Età Evolutiva